Già un anno. Sono trascorsi già 365 giorni dalla mia iscrizione all’albo, eppure sembra ieri.
26/04/2012 una data che non dimenticherò facilmente.
Dopo queste poche righe di nostalgiabarraautocelebrazione(simadeche?), vi voglio aggiornare e narrarvi delle mie (dis)avventure.
Appurato che per i pubblicisti senza un contratto l’iscrizione all’ inpgi non è obbligatoria(*sospiro di sollievo*) devo dirvi che….il mio direttore sta peggiorando. Ma di brutto.
Sparisco per qualche settimana, tra trasloco(dura la vita dei fuorisede), il tirocinio e gli esami che incombono, diciamo che il tempo di sbatterti dall’altra parte della città per la riunione di redazione non è il massimo che tu possa desiderare. Ergo: Diserti.
Dopo qualche settimana ricevi una mail: “Ciao, sei sparita, che fine hai fatto, non ti va più di collaborare con noi?”.
La voglia di dirgli “No, stronzo, non mi va più di collaborare con voi dal giorno stesso in cui vi ho conosciuto” è tanta ma tu(eterna illusa) prima di mandarlo a quel paese vorresti sapere se,alla fine, riceverai uno sputo di centesimo per i pezzi che hai scritto/scriverai e quindi la butti sul vago e gli chiedi maggiori informazioni sulle “novità” che declama inserirà in redazione da oltre tre settimane.
Novità, si. Che si tratti di retribuzione per i collaboratori? Macchè!
Dopo avergli spiegato che non mi sono fatta sentire per problemi personali, e aver insistito sul ricevere maggiori informazioni in merito a questi “cambiamenti” la risposta che ricevo è un semplice:
<< Ok, ma adesso come sei messa, hai tempo per scrivere? >>
Direttore, alle elementari, quando ti davano i compiti per casa e ci stavano le domande a cui dare risposte un po’ più articolate, dimmi la verità, tu chiudevi i quaderni e andavi a giocare a pallone, vè?
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